Più proteine, più carboidrati, meno grassi insaturi, ricca di Omega 3 e 6, livelli di ferro doppi rispetto alle altre carni. La salsiccia tradizionale è ottenuta dalla lavorazione del Suino nero siciliano, rappresenta un toccasana per l’alimentazione mediterranea come certifica anche un recente studio dell’Università degli Studi di Messina.
Un livello qualitativo che l’ha portata, recentemente, al riconoscimento del presidio Slow Food.
Giustamente orgoglioso Andrea Ali’, presidente dell’Associazione della Salsiccia tradizionale di Palazzolo Acreide, che riunisce cinque allevatori e sette operatori della trasformazione, e altri soci sostenitori: “Questo riconoscimento di qualità è un risultato collettivo che consentirà nel futuro agli operatori di lavorare con maggiore certezza in un comparto in cui il raggiungimento degli standard viene ottenuto con processi lunghi e impegnativi”.
La salsiccia tradizionale si ottiene lavorando carni di suino il cui areale di diffusione abbraccia gli alti Monti Iblei, da Buscemi a Buccheri a Palazzolo, a Noto a Canicattini a Cassaro.
Ottima se cotta alla cenere, viene servita nei ristoranti locali anche in variazioni e declinazioni territoriali, come al Nero d’Avola o in Agrodolce con miele degli Iblei. Molto gustosa la salsiccia secca, come antipasto o per accompagnare un aperitivo con vino rosso.